mercoledì 20 agosto 2025

Complicità estrema tra i clienti del Bordello chiuso

Sono Ennio. Di solito, frequentavo una casa di appuntamenti all'estero. Quel giorno mi recai nel solito luogo ma trovai chiuso. Incrociai anche un'altra persona lì, che si trovò nella mia stessa situazione. L'anziana portiera del palazzo, spiegò che la struttura era chiusa per almeno un mese, causa lavori di manutenzione ed ironicamente, rivolgendosi ai noi visitatori, concluse: "Oggi fatevi le pippe! Ma belle forti, mi raccomando!". Andammo via. L'altro cliente mi disse: "Ma ti sembrano modi quelli con cui ci ha risposto sta stronza di portiera?". Gli risposi di lasciar perdere. E gli proposi di prendere qualcosa al bar per smaltire l'incazzatura. Bevemmo un drink e facemmo amicizia. Lui si chiamava Paolo. Notai che il tipo era eccitato almeno quanto me e sembrava che, quel giorno, non vi fosse modo di sfogare. Non sò esattamente cosa mi prese, probabilmente non mi andava di restare solo per cui lo invitai a casa mia a guardare la TV. Lui accettò volentieri. Mi raccontò di non essere fidanzato e di recarsi a mignotte di tanto in tanto, proprio come mia consuetudine. Tra una parola e l'altra, e qualche birretta di troppo, i freni inibitori si abbassarono notevolmente e così l'euforia mi portò a baciarlo trasgressivamente in bocca. Sorprendentemente, lui ci stette e tirò anche il cazzo fuori perchè, probabilmente, sentiva il bisogno di toccarsi. Pensai che, ormai, avessimo rotto il ghiaccio. Gli calai giù il jeans e, guidato dalla voglia incontenibile, glielo succhiai. Aveva una bella asta che divenne dura in fretta. Non so cosa mi scattò nel cervello per spingermi a tal punto ma quel pisello mi parve perfino più gustoso della fica, in quel momento. Il tizio, eccitato, ricambiò. Provai enorme piacere a porlo nella sua bocca, lasciando che spompinasse. Poi, nudi, ci mettemmo sul divano, lui sopra e io sotto, nella tipica leggendaria posizione del 69 e lì cominciammo a ciucciarcelo a vicenda intensamente, senza un domani. Il piacere reciproco stimolava enormemente i sensi, nonchè il desiderio di proseguire. Più godevamo e più ci prendevamo inesorabilmente gusto a sentire la cappella in bocca. Estasiato, gli leccai pure il buco del culo, anche a pecorina. E infilai un dito nel suo foro intimo, il pollice. Intuì chi sarebbe stata la "femmina", quel giorno, tra noi due: lui, praticamente! Mi piaceva il suo sedere e anche il corpo ben allenato dalla frequentazione abituale della palestra. Glielo misi dentro a pecorina e lui se lo lasciò infilare di netto, seppur sollevando qualche plausibile obiezione, ma lieve, dal momento che il massaggio alle palle con la mano destra, che gli praticavo da dietro, lo rese decisamente docile. Ne approfittai per spingerlo dentro con una certa decisione per "spaccargli" l'invitante culetto. Urlava e godeva ed io altrettanto. Altro che pugnette di consolazione! Fu una chiavata in grande stile! Oltre che a pecora, glielo misi pure a missionaria e gli leccai il petto villoso, all'altezza dei capezzoli. Lui, intanto, eccitatissimo, se lo menava. Il cazzo entrò dentro completamente, poco prima che io eiaculassi in abbondanza, annaffiando il suo viso. Colsi il disagio del partner, da un lato, ma anche la gioia di aver goduto senza limiti. A quel punto, Paolo se lo toccò velocemente con l'intento di arrivare ed io accompagnai il suo movimento leccando lungo l'asta. In pochi secondi, la sborra schizzò fuori all'impazzata. Fu davvero un modo particolare di raggiungere l'appagamento. Chissà se torneremo in quel Bordello oppure se sceglieremo di ripetere l'esperienza trasgressiva, risparmiando, tra l'altro, un bel pò di soldi.

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