venerdì 14 novembre 2025

Le grazie materne

Mi chiamo Daniela. Mio figlio Manuel si rimpinzava di riviste pornografiche e contenuti digitali di simil genere. Lo rimproveravo di continuo ma lui continuava imperterrito a dilettarsi con quel materiale. Un giorno, in camera da letto, mentre lo ammonivo del suo comportamento, mi arrivò una di quelle riviste tra le mani. Rimasi turbata per le posizioni sconce che le donne assumevano e per come interagivano con gli uomini senza alcun pudore. Intanto, Manuel disse che, attingere dal porno, era il suo unico modo per andare avanti. Scivolando sempre più nel discorso, come mai era accaduto prima, affermò che io potevo dargli una mano nel vero senso della parola. Mi pregò di toccarlo sul pantaloncino jeans. Mi accorsi che era bello duro. Manuel inisteva, diceva che potevo risolvergli tutti i problemi in un colpo solo. Mi parve un'idea sconcia ma non volevo deludere mio figlio che, in ogni caso, mi convinse a spogliarmi. Ci ritrovammo entrambi nudi nella sua camera da letto. A quel punto, dagli e dagli, e gli feci un bocchino. Aveva davvero un gran cazzo! Poi, lui mi leccò la fica. Subito dopo, inaspettatamente, cominciammo a scopare. Presi la nerchia a missionaria e a cavalcioni. Mi sentì davvero troia e godetti a dismisura. Proprio a missionaria arrivai all'orgasmo. Poco dopo, lui mi spruzzò sulla patata. Fu una delle più grandi perversioni della mia vita e durò finchè mio marito non se ne accorse avviando immediatamente le pratiche del divorzio. Quel momento rappresentò uno shock per il mio coniuge ma anche per la sottoscritta, da sempre moglie devota e sottomessa, divenuta d'improvviso maiala oltre ogni confine. Bhè, inutile dire che, dopo il divorzio, io e Manuel, ristabilita la calma, proseguimmo a scopare.   




















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