La domanda potrebbe essere questa: fareste mai quello che non fareste mai? Mi chiamo Lucia, sono una segretaria. Io e le mie due migliori amiche, Antonella e Stefania, ci frequentiamo da una vita. Ci siamo conosciute sui banchi di Scuola. Ognuna di noi si è fidanzata ma è ben noto che, le relazioni di coppia, non sono mai tutte rose e fiori. Durante le nostre cene tra ladies, i nostri aperitivi, finivamo sempre per lamentarci dei partner, decisamente dei pantofolai legati al computer, alle partite di calcio e alla playstation. Si sa che le donne hanno bisogno di attenzioni e, se non le ricevono a lungo, cercano delle soluzioni alternative. Tuttavia, è sempre rischioso mettere alla prova legami di amicizia solidi, ormai consolidati nel tempo. Si può dire che io sono la più intraprendente del gruppo. Vedere le mie amiche insoddisfatte, oltre alle mie delusioni personali, mi spinse a proporre uno scenario sessuale differente, tutto al femminile. Le mie amiche erano scettiche a riguardo, ovviamente. Se si è abituate a ricevere il cazzo per definizione, non è scontato cercare la variante. Ma la frustrazione è una brutta bestia, si vedeva dipinta nei loro volti, si precepiva lontano un miglio che, come me, con i fidanzati scopavano poco, male e, il più delle volte, non arrivavano nemmeno all'orgasmo, quello pieno, appagante, rigenerante. Dialogando, convenimmo che si trattava di un tentativo che, infondo, potevamo concederci. Casomai non ci fosse piaciuto il genere, avremmo archiviato l'esperienza senza farne un dramma. Dopo aver bevuto qualche bicchiere di vino in compagnia, le convinsi a seguirmi in camera da letto. Lì ebbi una magnifica idea per stimolarle nel modo giusto. Tirai fuori un libro erotico illustrato che mostrava donne stupende, nude o seminude, in varie posizioni e costituivano davvero un piacere per gli occhi, anche per lo sguardo di una femmina. Loro apprezzarono le mie autoreggenti nere da segretaria monella. Spiegai che, per andare in ufficio, le trovavo comode e, a volte, ricevevo le occhiate interessate dei colleghi maschi che sbavavano. La confessione le turbò. L'atmosfera si scaldò inevitabilmente. Antonella mi carezzava il seno da sopra ai vestiti. Avevo le vampate. Nacque un'esigenza di contatto reciproco tra i corpi ma in modo progressivo, dolce, delicato. Io e Stefania baciammo le tette piccole ma graziose della nostra amica Antonella. Poi, io e la Stefy limonammo intensamente, e pure parecchio a lungo. Del resto, dicono che i baci portino enormi benefici al corpo e allo spirito, ed è proprio così che accesero ancor più il desiderio, quella libidine acuta che i rispettivi partner, pigri e svogliati, ci stavano, irrimediabilmente, pian piano spegnendo. Ci avvinghiammo in un prolungato intreccio in cui Antonella me la leccava con foga ed io slinguazzavo Stefania. Ad un tratto, Antonella si tolse temporaneamente, lasciando che Stefania si piegasse su di me e così proseguimmo a 69 (io sotto lei sopra). Leccavamo le spacche, ormai pienamente aperte e bagnate, a vicenda, mentre Antonella ci incitava e accarezzava la schiena di Stefania. Non esistevano più freni. Il rapporto di amicizia classico andò a farsi benedire per dar spazio ad una conoscenza piena delle persone, quella che include il piacere della carne. Raggiunto l'ennesimo orgasmo, Stefania si tolse dal 69 e venne a baciarmi il seno mentre Antonella, "impietosamente", mi fistò con due dita e poi con il pollice. A quel punto ero un lago. Stefania spalancò le cosce e Antonella si premunì subito di andarla a leccare. A quest'ultima ci pensai io, ponendomi strategicamente alle sue spalle. Gasata, la lingua gliela passai pure nel culo, oltre che nella fica. Raccolsi in bocca la venuta di Antonella che, imperterrita, continuava ad assaporare la patata brodosa dell'amica. Pienamente appagate da 2 ore buone di sesso stratosferico, ci abbracciamo tutte e tre sul letto, tirando un sospiro di sollievo dopo "l'impegno" profuso. Stefania stava al centro, io e Antonella ai suoi lati. Ci promettemmo di riprovare l'esperienza che ci aveva lasciate semplicemente estasiate. Ci addormentammo così e riposammo beatamente fino al mattino seguente. Stefania, la sera precedente, sarebbe dovuta tornare dal ragazzo a vedere la partita insieme a lui: che palle! Analogamente, Antonella, col fidanzato ossessionato dalla playstation. E il mio? Bhè, lui era fuori città per qualche giorno, fortunatamente. In tanti anni, non ci eravamo mai volute così tanto bene, mai spinte così oltre da arrivare ad infrangere un noto tabù, quello lesbico, e fare addirittura l'amore in tre tra ladies. Quella sera, complice qualche bicchiere di vino di troppo, la trascorremmo all'insegna della piena trasgressione e spero che una "replica" accada quanto prima.
mercoledì 16 luglio 2025
Segreti bollenti tra amiche di lunga data
Alla casalinga esigente una cameriera non basta
Mi chiamo Clara. Non me la passavo bene in quel periodo, lavorando come rappresentante. Quando bussai alla porta di una giovane biondina, di nome Giada, per vendere cosmetici, e lei mi propose di diventare la sua cameriera con entrata fissa di 1.500 euro al mese, non potetti proprio dire di no. In realtà, il fidanzato della ragazza, piuttosto ricco ed impegnato a produrre, l'aveva lasciata sola per cui lei desiderava compagnia. Capì subito che le donne non le dispiacevano affatto e stetti al gioco. Smisi i panni della rappresentante per indossare quelli della cameriera sexy e troia, disponibile per la padrona di casa. Mi voleva così, una leccapatate, ed io l'accontentai volentieri. Del resto, anche lei slinguazzava la passera alla grande e riuscì a procurarmi orgasmi a pecorina da urlo. Tutto sembrava fluire per il verso giusto: mensile assicurato e sesso bollente. Ma la Giada è una che si annoia facilmente. Dopo alcuni mesi mi diede il benservito, purtroppo, ed io rimasi senza lavoro. Bhè, tutta colpa di quelle due zoccolette nere che conobbe e che assunse al mio posto, ufficialmente come cameriere, nella pratica, invece, nel ruolo di mignotte, proprio come lo ero stata io, solo che loro erano in due. Evidentemente, la bionda gradiva dimensarsi tra due fiche esotiche, per godere realmente al meglio. Di sicuro, le tre troie, ad uso "ringo" (due cialde farcite con la crema bianca in mezzo) avranno un certo da fare a leccarsi le tope in tre e a godere come delle grandissime maialine. Ed io? Bhè, magari tornerò a fare la rappresentante, sigh!
martedì 15 luglio 2025
Sedotta da una ragazza intraprendente
Mi chiamo Susanna. Non mi sono mai sposata ma, storicamente, mi è sempre piaciuto il cazzo e, negli anni, ho scopato con parecchi uomini. Tuttavia, esistono sempre le eccezioni ed è di questo che voglio parlarvi. Accadde in modo del tutto imprevisto. Mi trovavo al supermercato e stavo allungando la mano sullo scaffale frigorifero per afferrare, con una certa difficoltà, una confezione di yogurt quando, all'improvviso, il mio movimento fu anticipato da una ragazza che si offrì di porgermi gentilmente il prodotto. Da lì, la tipa attaccò bottone e ne nacque una conversazione. Disse di chiamarsi Erica. Una volta giunte alle casse, e pagata ognuna la propria spesa, la ragazza mi chiese se avessi l'auto. Risposi di no, ma che abitavo lì vicino. A quel punto, Erica esclamò: "Tranquilla, la roba che hai comprato è un po' pesante, ti dò un passaggio io!". Essendo stata una femmina a proporlo, ignara di ciò chesarebbe capitato in seguito, accettai abbastanza di buon grado. Se fosse stato un uomo, magari malintenzionato, avrei rifiutato di sicuro. Una volta giunte a destinazione, per ricambiare la cortesia, la invitai a casa a prendere qualcosa da bere. Sedute sul divano, in salotto, ci raccontammo un po' le rispettive vite. Notai che era stufa degli uomini, dai quali aveva ricevuto delusioni in più di una circostanza. D'altra parte, invece, io le narrai di come ci scopavo volentieri con loro per il puro piacere del sesso, senza cercare necessariamente relazioni sentimentali. Mi sentivo accaldata e dissi di voler fare la doccia. Mi aspettavo che lei dicesse di voler andarsene, invece affermò che mi avrebbe aspettata guardando la TV, così dopo avremmo potuto continuare a dialogare. Infondo mi era simpatica per cui risposi che andava bene così, che poteva restare. In tranquillità, mi avviai verso il bagno e chiusi la porta ma non a chiave. Mi spogliai ed entrai sotto la doccia. Mentre l'acqua calda scorreva, sentì una mano sulla spalla e una presenza alle mie spalle. Rabbrividì, poi udi' la sua voce che disse: "Bella signora, la doccia possiamo farla insieme, le pare?". Il sangue mi si gelo' nelle vene al pensiero di trovarmi lì con un'estranea che invadeva spudoratamente la mia privacy. Anche lei si era spogliata completamente. Mi tenne ferma con disinvoltura e decisione. Ero paralizzata dall'imbarazzo. Sempre da dietro, mi accarezzò il culo e poi la figa, prima di entrare dentro la patata con decisione con due dita che, poco dopo, divennero tre. Tenendomi ferma contro le mattonelle della doccia, incalzò il ritmo e mi scopo' di brutto con le dita. Detta così non sembra una situazione di sesso consenziente e, probabilmente, non lo fu ma vi assicuro che, seppur in preda al panico, la mia figa cominciò a colare a dismisura. Essere presa così, arbitrariamente, da quella maiala, in qualche modo mi mandò in estasi. Raggiunsi un orgasmo pauroso mentre lei, con l'altra mano, mi massaggiava il seno, sempre da dietro. Dopodiché, si dileguò. Fini' di fare la doccia e tornai in salotto. La trovai vestita, seduta, come se non fosse accaduto nulla. Ero rossa in volto per la vergogna. Si alzò in piedi ed esclamò: "Bhe, credo che ci siamo dette tutto, io andrei via". Mi senti' di essere stata trattata proprio come una puttana, sebbene mi fosse piaciuto. Le dissi: "Bhe, conosciamoci meglio, almeno, no?". Lei sorrise e rispose: "Perché no!". Mi prese la mano e mi condusse in camera da letto per continuare a giocare. Lì, una volta spogliate, strofinammo le passere e venimmo. Poi, lei, me la leccò subito dopo, fresca di orgasmo, procurandomi un delizioso ed intenso bis.
L'incesto a caro prezzo
Sono Aurora. Non mi sono mai ritenuta una santarellina. Ho sposato un uomo benestante più grande di me, Romolo, un imprenditore e gli ho messo spesso le corna. Ma fin qui sarei, forse, ancora parzialmente giustificabile, visto che lui non mi ha mai attratto particolarmente. Il fondo lo toccai quella volta in cui mio marito doveva partire per recarsi all'estero per motivi di lavoro. Mio figlio Fabio sembrava fin troppo euforico per l'assenza del padre e motivò l'atteggiamento affermando che così andava a guadagnare soldi. Ma, in realtà, il suo entusiasmo era dovuto a ben altro, ossia la possibilità di restare da solo con la sottoscritta. Cominciò tutto in modo innocente, con un selfie ma potevo cogliere la sua eccitazione. Mi faceva complimenti, sapeva come sciogliermi ed io, da brava troia, ci caddi. Mi rassicurava, diceva che nessuno lo avrebbe scoperto e così, pian piano, mi lasciai andare alla trasgressione. Ci baciammo, mi accarezzò il seno, mi diede una rapida leccata di figa. A quel punto, gli leccai la cappella e lui andò proprio in estasi. Iniziò a chiavarmi con foga sul letto in varie posizioni, sostanzialmente di fianco, a pecorina e poi a missionaria. Con quel cazzo duro e inarrestabile, arrivai all'orgasmo. Bastò che ponessi la lingua sulla cappella affinchè lui schizzasse a fiume nella mia bocca, irrorando di seme anche le tettone. Fu una gran porcata che però avrebbe potuto continuare e restare segreta. Purtroppo, combinazione volle che, un disguido all'aereoporto, impedisse a Romolo di prendere l'aereo e così tornò a casa poche ore dopo, rispetto a quando era uscito. Mi trovò riempita di sborra, col cazzo di Fabio in mano. L'uomo ebbe un vero e proprio shock. Gli avevo celato i tradimenti per anni e mi beccò in quello più vergognoso. A quel punto, stizzito, tolse tutti i privilegi a me e a Fabio, comprese le carte di credito e, seccato, ci sbattette fuori casa a calci nel culo. Io e Fabio dovemmo cercarci un lavoro alla svelta per sopravvivere. Quando ci saremo stabilizzati nella nuova casa, in fitto, magari potremo riprendere a scopare senza che nessuno ci disturbi più.
domenica 13 luglio 2025
Dal ballo alla camera da letto
Mi chiamo Virginia. Mi piacciono le ragazze ma le mie più care amiche non lo sapevano. Furono loro a presentarmi Viviana, una biondina troppo sexy. Quella sera si beveva a fiumi in spensieratezza. Nell'euforia, cominciai a ballare con Viviana mentre le mie amiche confabulavano sul divano. Avevo capito subito che io e la bionda avevamo gli stessi gusti sessuali. Dopo esserci scatenate in salotto, Viviana mi fece l'occhiolino e si avviò in camera da letto. Lasciai passare giusto una manciata di minuti e poi la seguì. Ci ritrovammo nude sul lettone, mezze sbronze, pronte a donarci reciproco piacere. La baciai, accarezzai la sua patata, poi lei leccò la mia e proseguì con audacia infilandomi due dita dentro. Impazzì dalla goduria. Ma fu solo l'inizio del reciproco scambio di attenzioni di dita decise e lingue irrefrenabili. Dopo aver raggiunto entrambe svariati orgasmi, presi l'iniziativa per il gran finale a base di passere strofinate dove io, standole sopra, la guidai all'amplesso tenendola saldamente per il polpaccio. Ci sbrodolammo tutte e due, paghe di quel sublime tempo trascorso insieme e ci congedammo con un caldo bacio. Proprio in quel frangente, giunsero le nostre amiche in camera, che ci cercavano, insospettite dalla lunga assenza di almeno un'oretta. All'inizio credettero che ci fossimo recate in bagno o a fumare, o tutte e due le cose, ma poi, col trascorrere dei minuti, mangiarono inevitabilmente la foglia. A quel punto, da etero, scettiche su altri modi di far l'amore, potettero solo constatare che io e Viviana avevamo appena finito di lesbicare.
sabato 12 luglio 2025
Il sogno proibito del figlio
Mi chiamo Mauro. Mi è sempre piaciuta mia madre Monica. E' una bella donna mora dal bel viso e bel corpo. L'unico suo punto debole è il seno che è appena accennato ma per me non è mai stato un problema. Tra di noi ci sono una ventina di anni di differenza. Con mio padre non andava d'accordo e, dopo alcuni anni di matrimonio turbolento, i due si separarono. Dato lo stretto legame di parentela, quelle nei suoi confronti rimasero a lungo solo fantasie. Ma, ad un certo punto, guidato dall'ossessione incontenibile, decisi di passare all'azione. Decisi di conquistarla come se si trattasse di qualsiasi altra donna o ragazza. Iniziai a martellarla di messaggi con cuoricini sul cellulare, mentre stava a lavoro. Eh si, perchè lei ricopriva questo incarico presso lo studio di un signore anziano di nome Carlo. Quell'uomo buffo e un pò viscido era totalmente inadeguato a stare accanto a mia madre. Quest'ultima, da brava troia, per tenerselo buono e garantirsi lo stipendio, gli riservava spogliarelli e seghe. Tanto a quel tipo bastava poco per arrivare. Un giorno, mi recai al suo ufficio e mostrai un atteggiamento indisponente, provocatorio. Insomma, mosso dalla gelosia, non risparmiai offese a quell'uomo che, giustamente, mi pregò di ritornare a toni più educati. Monica cercò di stemperare la situazione asserendo che io stessi solo scherzando. Alla fine, quel tizio si allontanò ed io, finalmente, restai da solo con mia madre. Monica mi redarguì per le parole usate nei confronti del direttore, poi chiese spiegazioni sui continui messaggi che le inviavo sul cellulare specificando che, certe attenzioni, dovevo riservarle alle ragazze. Le risposi di non aver in mente altre al di fuori di lei e mi si gonfiò il pacco. Monica se ne accorse e so bene che non è immune al fascino di un bel randello. Dopo averlo estratto dal pantalone, finì per chinarsi e prenderlo splendidamente in bocca. Il mio sogno proibito si stava realizzando e mia madre, assetata di fava come tante donne, lo prendeva tutto in bocca. Io ero già nudo, poi cominciai a spogliare lei, ad accarezzarla. Continuò a ciucciarlo, mentre allungai una mano sul suo clitoride. In men che non si dica, fui dentro di lei a candela. Glielo sparai tutto nella patata. Ho un palo notevole che sfonderebbe le verginelle ma lei, da donna navigata e allargata, accolse l'asta nella spacca larga. La montai a candela in entrambi i versi, sia col suo viso rivolto verso me, sia al contrario: un'impalata coi fiocchi destinata però a proseguire egregiamente. Non poteva certo mancare la trapanata a pecorina e poi di fianco sulla scrivania di lavoro con qualche pausa prima di riprendere la trombata a missionaria. Lei veniva in continuazione ed io, ad un tratto, mi sentì il cazzo esplodere. L'ultima sbocchinata furiosa, mi portò ad un orgasmo divino in cui le scaricai un torrente di sperma nella bocca. Lei lo bevve tutto, lo gustò da gran troia. Proprio in quel frangente, mentre stavo finendo beatamente di eiaculare, sopraggiunse il povero Carlo che, preso dai nervi, e schifato per aver assistito ad una scena incestuosa del genere, che mai si sarebbe lontanamente sognato di vedere, minacciò il licenziamento e si allontanò sbraitando. Bhè, per fortuna Monica ha messo da parte, negli anni, un certo gruzzolo che le può consentire di restare "in vacanza" per un bel pò di tempo. Meglio così! Dal momento che abbiamo rotto il ghiaccio, a casa posso pomparla in santa pace, quando mi pare e piace, in totale comodità, tra le lenzuola o in qualsiasi altro posto dell'abitazione.
venerdì 11 luglio 2025
Mio fratello scopò me e la mia amica
Sono Sara. Voglio raccontarvi questa storia rocambolesca. Dopo aver frequetato alcuni ragazzi, mi accorsi di aver maggior confidenza e dimestichezza con le donne. Conobbi Luisa, una coetanea, e ci mettemmo insieme. Si trattava di una relazione nascosta, dal momento che i miei non ammettono rapporti tra persone di sesso uguale. La storia restò nell'ombra finchè non se ne accorse mio fratello maggiore Filippo che ci beccò insieme in camera da letto. Il porcello, in pratica, mi ricattò. Disse che avrebbe spifferato tutto ai nostri genitori a meno che io e la mia amica non fossimo andate a letto con lui. Mi parve una richiesta assurda! Oltretutto lei era un'estranea, è vero, ma io sono la sorella! Ad ogni modo, la libidine trasgressiva del momento, accoppiata al ricatto, fecero capitolare me e la mia amica. E non posso dire che fu spiacevole. Oltre a leccare la minchia, lo prendemmo pure abbondantemente pure nella spacca, ad alternanza, un pò lei, un pò io. Nel frattempo, interagivamo pure tra donne con baci e leccatine varie. Il tutto fino all'eiaculazione del maschio che mis chizzò sui peli della patata. Luisa, dopo di ciò andò via. Poco dopo, rientrò mia madre e mangiò la foglia perchè sentì un forte odore di sborra. Si rese conto che avevamo fatto sesso. Purtroppo, nel tentativo di negare, dissi che non avrei mai preso il cazzo perchè sono lesbica e mi buttai la croce addosso da sola come una cretina. Mio fratello fece anche peggio, affermando di avermi "coperta" in cambio di una scopata. Mia madre venne così a sapere tutta la verità e si incazzò. Ma, per fortuna, la seppe solo lei perchè mio padre era impegnato a parcheggiare l'auto. Bhè, spero proprio che non succedano altri casini e, soprattutto, che mio padre non venga mai a scoprirli perchè so bene che che caccerebbe di casa a calci in culo, senza troppi convenevoli, sia me che mio fratello!
Dolcemente ingannata dall'amica focosa
Mi chiamo Ada. Sono una brunetta bisex con netta preferenza verso le donne. Ma questo la mia cara amica Maria non lo sapeva. Mi chiedeva aiuto per registrare un account su un sito di incontri. Le dissi che creare un set di foto sexy adeguate era indispensabile per riscuotere successo e così ne facemmo alcune insieme. Arrivammo a togliere entrambe il reggiseno e a stare a mutandine mezze calate. Dopodichè, quando stavamo per rivestirci, ne approfittai per leccarle i capezzoli. Maria non se l'aspettava proprio, mostrò una strana espressione di meraviglia ma io non mollai e passai a leccarle la patata. La dolce Maria arrivò all'orgasmo ed io assaporai il suo nettare intimo. Fu una grande soddisfazione ma la mia topa restava clamorosamente insoddisfatta, per cui le chiesi di ricambiare. Si muoveva goffamente, non essendo il suo genere, ma arrivò a mettere su una leccatina niente male che servì a portarmi egregiamente all'amplesso.
Effetto sorpresa
Mi chiamo Nadine. Diciamo subito che mio padre Alessio è un gran figo. Ha sempre ricevuto avances dalle donne ma anche dagli uomini, perfino dai miei amici. Per questo motivo, alla fine, mia madre Sonia, stanca dei continui tradimenti, scelse la via risolutiva del divorzio. Quel periodo frequentavo un ragazzo di nome Paolo. Una sera dormì a casa mia. La mattina seguente, confidando sul fatto che mio padre si recasse al lavoro, decisi di fare una sorpresa a Paolo mostrandomi nuda. Aspettai sperando che mio padre se ne andasse ed ero sicura che lo avesse fatto. Tuttavia, quando mi presentai in cucina, vidi una scena inaspettata. Mio padre stava ingroppando il ragazzo comodamente a pecorina, prima di passare alla posizione del missionario e schizzargli nel culo. Contemporaneamente, il cazzo di Paolo eiaculò all'impazzata. L'odore intenso di sborra fresca pervase tutta la cucina. In quel contesto trasgressivo, invece di urlare, preferì ricorrere all'ironia alludendo alla colazione a base di cappuccini fatti in casa e robe simili. Bhè, quel giorno volevo sorprendere il mio ragazzo ma, ahimè, la sorpresa la fece lui a me!
Papà inculato da un mio amico
Salve. Mi chiamo Manuela. Avrei dovuto capire subito l'andazzo della situazione dal momento che tutti i ragazzi ci provavano con la sottoscritta, tranne il mio ambiguo amico, di nome Corrado. Il suo interesse per mio padre andava ben oltre la pura curiosità, anche se, all'inizio, non ci detti troppo peso. Arrivò ad affermare che il mio genitore, Wilfred assomiglia ad un famoso attore del passato di origine russa, Yul Brinner. Un giorno, all'improvviso, alla casa di campagna, li beccai entrambi nudi che si scambiavano effusioni. In poche parole, preliminari in vista di una scopata. Wilfred succhiò il pisello del ragazzo, prima di farselo mettere nel culo a candela. Non credevo ai miei occhi. Non conoscevo il lato segreto di mio padre, a parte lo stupore per quello di Corrado. Dopo la trombata, mio padre continuò ad agire di bocca, ma anche il ragazzo ci sapeva fare e, all'occorrenza, spompinava di gusto. Wilfred venne per primo. Papà dovette impegnarsi per far schizzare il giovanotto ma, alla fine, ci riuscì egregiamente a ricevere la sborra calda nella bocca. Non sapevo proprio come raccontare l'accaduto a mia madre Sara. Quando cominciai a parlargliene, pensò subito che papà avesse un'amante donna, non certo che si facesse sbattere da un giovincello! Sara, in quel momento, realizzò di aver vissuto per anni un matrimonio finto dove il marito preferiva il carciofo alla patata. Di sicuro non fu la prima esperienza tra maschi per mio padre, quella vissuta con Corrado. Molto probabilmente, negli anni, i suoi colleghi di lavoro se lo sono ripassato di sicuro e chissà quanti ragazzi.
giovedì 10 luglio 2025
L'amico ritrovato
Sono George. Durante una vacanza, conobbi un tipo aiutante di nome Arnold e ci finì a letto. Pensavo che si fosse trattato di un'esperienza isolata ma, in seguito, proprio grazie a lui, scoprì di preferire gli uomini alle donne. Quel giorno ero in compagnia di Magda, una ragazza e la stavo scopando in cucina. Naturalmente, arrivai in tempi premi, non sono uno stallone. All'improvviso, inaspettatamente, comparve Arnold. Non ho idea di come avesse fatto a trovarmi dato che non conosceva l'indirizzo. Ad ogni modo, me lo ritrovai davanti e mi abbracciò calorosamente ponendo perfino una mano sul mio sedere. Magda, all'inizio, non si rese conto di nulla, credeva che quel tipo fosse un mio vecchio amico. Arnold mi provocò e, in men che non si dica, mi ritrovai a ciucciargli il pisello sul divano. Magda ci vide e si allontanò. In quel momento non me en resi conto ma, in seguito, me lo confermò con un inequivocabile messaggio sul cellulare che diceva: "Buona fortuna ricchioncello". Ad ogni buon conto, Arnold mi leccò il culo, dopodichè ci piazzò dentro il cazzo a pecorina, poi a candela. Con il corpo e con la mente, tornai all'esperienza precedente, di qualche tempo prima. Continuai a farmi sbattere, perfino a missionaria. Godevo troppo con la sua fava nel culo, al punto che venni. Lui mi schizzò abbondantemente in bocca poco dopo, rendendomi la sua troia.
Party per signore
Mi chiamo Camilla. Si, sono proprio io, quella al centro con le lenti. Dopo il lavoro, spesso, insieme alle mia adorabili colleghe, Amanda e Simona, beviamo drink alcolici e poi ci rilassiamo tra donne. Tuttavia, loro sono un pò più amanti dell fava, rispetto a me. Simona ci fece una sorpresa, una sera decise di pagare un giovane gigolò per scoparcelo in tre. Sul principio, quest'idea non mi andava molto ma, come si suol dire, l'appetito vien mangiando. Ovviamente, non potevamo scoparci tutte e tre contemporaneamente con il ragazzo, per cui, quando una era impegnata, le altre due lesbicavano, in buona sostanza. Dopo i pompini di rito, fu chiavata Simona, poi Amanda ed infine io. Il tipo si accanì particolarmente con la sottoscritta, dato che violare una saffica lo mandava in visibilio. Ad ogni modo, Il giovanotto ci regalò una ricca dose di sborra in bocca, oltre ad una piacevolissima serata all'insegna della trasgressione.
Il triangolo della salvezza
Sono la segretaria di un'Azienda, mi chiamo Felicia. Le titolari sono due socie, Germana e Alessia. Non sapevo che intrattenessero una relazione tra loro, anche se lo avevo intuito. Germana mi aveva pregato di effettuare un'importante telefonata di lavoro ma io me ne ero dimenticata. Quando cercai di rimediare era ormai troppo tardi e l'affare andò, inevitabilmente, apannaggio della concorrenza. Germana avrebbe preferito licenziarmi e, probabilmente, lo meritavo ma Alessia si schierò dalla mia parte nel senso che mi offrì una via d'uscita: il sesso per restare. A parte la visione di qualche video porno, non è che avessi tutta questa esperienza con le donne ma ne andava del mio futuro e poi loro sono davvero bellissime. Ebbi la mia occasione per restare in Azienda e non me la lasciai scappare. Quel giorno, in Ufficio, finì a triangolo con reiterati orgasmi per le partecipanti. E salvai il posto con soddisfazione mia e delle datrici di lavoro.
sabato 5 luglio 2025
Alla ricerca della compagnia giusta
Mi chiamo Dana. Cominciai a trasgredire nel momento in cui scoprì che il ragazzo che frequentavo, David, mi metteva le corna. In realtà, sapevo che scopava con una vicina ma non conoscevo l'identità della persona. David mi lasciò con una telefonata. In quel momento era presente la mia amica Amanda. Fu lei a consolarmi e fu così dolce e premurosa da coinvolgermi in una eccitante lesbicata in cui ci leccammo le tette, la figa, e strofinammo pure. Mi sentivo confortata perchè, se da un lato avevo perso il fidanzato, dall'altro avevo guadagnato le attenzioni di un'amica speciale, almeno così credevo che fosse. Purtroppo, mi sbagliavo. Amanda, giorni dopo, mi mise di fronte alla cruda verità: era lei la vicina con cui scopava David. La troia voleva tenere due piedi in una staffa, tenere David e continuare con la sottoscritta. Risposi di no, di non essere il suo coperchio del water e ci congedammo con una certa freddezza. A quel punto, però, mi si era innescato il pallino lesbico e così chiesi a mia cugina Teresa se conoscesse qualche tipa da frequentare, qualcuna che riservasse attenzioni solo a me e non pure agli uomini. Mia cugina mi indicò due biondine e mi mstrò i siti lesbo pornografici che guardavano. Teresa non disse di aver avuto rapporti con le due ma si limitò a spiegare di visionare video di tanto in tanto. Conobbi le ragazze, Barbara e Cristina, mi mostrarono lo stesso sito. Io, un pò imbarazzata, finsi di non conoscerlo. Dopodichè, le troiette, senza troppi convenevoli, mi leccarono la fica in due portandomi rapidamente ad un orgasmo pauroso. Mentre venivo, dissero che si erano fatte pure mia cugina, qualche tempo prima. Stizziata per la bugia, corsi da Teresa e la spinsi a dire la verità. Rispose che, per problemi col ragazzo, aveva deciso di esplorare nuovi lidi ma che con me si era trattenuta per via del legame di parentela. A quel punto, però, limonammo e le feci una grandissima leccata di fica che lei apprezzò molto fino a venire. Dopodichè, strofinammo beatamente le passere fino all'amplesso. Sul più bello, mia zia Dora aprì la porta e rimase scandalizzata. Disse a me che non venire più a casa loro e rimproverò la figlia. Entrambe rispondemmo a tono, in ogni caso. Dora è una bigotta ma sono sicura che, prima o poi si calmerà. Vi confesso che una ripassata pure a lei gliela darei volentieri. Non sarà sexy come la figlia ma non è affatto male.