Mi chiamo Gemma, sono una poliziotta. Essendo una donna avvenente, sono abituata a ricevere le attenzioni degli uomini, anche dei colleghi. Ma l'episodio che mi capito' è del tutto particolare. Il Centralino rispose alla richiesta di aiuto da parte di una signora di nome Vera. La donna aveva ricevuto la "visita notturna" da parte di due ragazzi ladruncoli. Pioveva da giorni. Quando giunsi nell'abitazione, mezza inzuppata, la signora mi fece togliere gli indumenti bagnati, offrendo poi la colazione. Intanto, mi spiegò l'intrusione della sera precedente avvenuta infrangendo la finestra della toilette, sottolineando che uno di quei due tipi cercava materiale da sottrarre mentre l'altro se lo smanettava sbirciando la donna sotto la doccia. Poi, i tizi erano fuggiti quando lei si era accorta della loro presenza. In tutto questo, dinanzi alla sottoscritta, se ne stava pure lei mezza spogliata con un bel paio di autoreggenti. Prima di allora mi mancavano esperienze con donne ma la tizia profumava, aveva charme e un modo di parlare da troia piuttosto malizioso e coinvolgente. Accennò alla sua recente separazione, alla poca fiducia che riponeva negli uomini. Quando mi suggeri' di spegnere il cellulare, capì che sarebbe andata a finire in un certo modo, tra noi. Apprezzò le mie tettone, dopodiché, ci fu un ulteriore avvicinamento che culminò con un ditalino da parte sua: infilò le dita nelle mie mutandine con maestria e disinvoltura, fottendose altamente che fossi un'agente. Rovistava alla grande e mi fece bagnare tutta. Ricordo che stavamo nella cucina. Mi abbassò un po' le mutandine e mi diede pure una leccatina alla fica. In sostanza, arrivai. Mi piacque, lo ammetto. Capì, tuttavia, che, la padrona di casa, voleva soprattutto essere ricambiata. Appoggiata al lavello, si tocco' in modo malizioso, sorridendo, poi si sedette sul ripiano in prossimità del lavello e spalancò le cosce. Me la offri' praticamente su un piatto d'argento ed io non potetti esimermi dallo slinguazzare la sua calda fregna sugosa. Dopotutto sono al servizio del cittadino ma anche della cittadina. Il mio lavoretto orale, dettato più dalla foga del momento che dall'esperienza, la condusse ad un intenso orgasmo. Una volta ricomposte, andai via. Mi chiese se magari fossi ripassata, nei giorni seguenti, per prendere il caffè. Ovviamente vuole che le dia un'altra lustratina alla Bernarda e, naturalmente, lo esige da me, non certo dai miei colleghi maschi...
sabato 6 dicembre 2025
venerdì 5 dicembre 2025
Nuovi equlibri familiari
Mi chiamo Carol. Tutto ebbe inizio quando mio padre Adolfo portò mio fratello Giacomo in gita sulla neve. Volevo seguirli ma papà rispose che, dato il rischio, seppur remoto, di valanghe, non sarebbe stato prudente che andassi insieme a loro. Credevo che si recassero a sciare ma, poco dopo, scoprì la verità. Rimasi da sola in casa con mia madre Candida. Capì subito che voleva approcciarmi e non mi dispiacque affatto. Quando manifestai la mia preoccupazione di essere scoperta da Adolfo, lei mi tranquillizzò spiegando che il loro matrimonio, specie a livello sessuale, era praticamente finito e che entrambi avevano convenuto di provare interesse omosessuale per i figli. Insomma, dovevano trovare il modo di farlo recepire a me e a mio fratello ed il miglior modo era quello di separarci. Io e mia madre ci baciammo e lesbicammo. Le leccai la figa e lei mi mise le dita dentro. Ci regalammo orgasmi a vicenda davanti al camino. Intanto, quei due non stavano certo sciando. Giacomo stava comodamente inculando mio padre in un motel dopo che si erano reciprocamente spompinati. Quando rientrarono a casa, dopo una settimana, tra noi membri della famiglia, si incrociavano sguardi di ipocrisia e vergogna ma facemmo finta di nulla, ci sedemmo a tavola come al solito. La vita continuò a scorrere più o meno come prima, salvo il fatto che, di tanto in tanto, ci chiudevamo in camera da letto a coppie, secondo i già citati gusti, per appagare le voglie. Questo andazzo continua tutt'ora ed ho paura ad avvicinarmi ad un ragazzo perchè non voglio che scopra i legami torbidi presenti all'interno della mia famiglia particolare.
mercoledì 3 dicembre 2025
La terza incomoda
Mi chiamo Marcella. Mi trovai coinvolta in una vicenda trasgressiva che mai avrei immaginato di vivere. Consideravo Samuel un ragazzo speciale e mi stavo pian piano innamorando di lui, al punto che accettai un invito a casa sua, credendo che fossimo da soli. L'atmosfera cominciò a prendere una strana piega quando trovai un dildo sul letto, nonchè le foto di una donna nuda sulla sua macchina fotografica. Mi spiegò che entrambi appartenevano alla sorella Viviana. Pensai che fosse una porca ma niente di più. La situazione degenerò quando entrò la donna in camera. Non ci feci caso subito, perchè stavo girata, con lui che mi leccava da dietro. In pratica, si diedero il cambio e cominciò a slinguazzare lei, presentandosi nel contempo. Mi trovai spiazzata ma assecondai gli eventi, anche perchè lei leccava davvero bene. Poi, restai sconvolta quando vidi che lei interagiva con lui accarezzandogli il pene e ponendo la lingua sulla cappella. Le detti della porca ma lui ci tenne a spiegare il motivo per cui erano finiti in quel modo. Mi raccontò che Viviana doveva sposarsi ai tempi del covid. Il ragazzo, però, l'aveva mollata. Rimasti da soli nell'abitazione (i genitori non li avevano) lui aveva cercato di consolare lei ma, dagli e dagli, ed erano finiti a letto. Ovviamente, quella confessione non mi parve sufficiente come giustificazione per un incesto. In più, mi prese la gelosia quando vidi che si baciavano con passione. Ma ormai ero lì e finì nel loro gioco. Viviana mi leccò la fica mentre lui se la scopava da dietro. Poi, la leccai io a lei, mentre lui scopava me. Io e Viviana ci mettemmo a 69, con lei sopra. In realtà, il cazzo finì più in bocca a me che nella fica di lei e gli leccai perfino le palle. Mi sborrò in bocca, lei si girò e venne a condividere il seme con un bacio, mentre lui ammirava soddisfatto la scena dopo aver goduto. In pratica, mi fecero capire che potevo essere l'amante di entrambi e non certo la ragazza esclusiva del fratello. Per un periodo accettai la situazione, poi non ce la feci più ad essere la terza incomoda. Tuttavia, devo ammetere che quei triangoli furono piuttosto eccitanti.
Seguendo le inclinazioni
Mi chiamo Martina. Frequentavo un ragazzo di nome Marco. Lui non era il classico maschio alfa, o almeno non tanto. Ricordo che voleva fare l'amore senza protezione ed io dicevo di no per cui lui si accontentava di baciarmi e poi mi pregava di scoprire le tette per segarsi. Un giorno, decisi di dargliela in auto senza usare il profilattico. Tenevo la minigonna. Mi misi a cavalcioni sopra di lui che infilò l'uccello dopo aver scostato le mutandine lateralmente con le dita. Il rapporto durò poco e, cosa peggiore, Marco eiaculò dentro la mia vagina! Temevo di essere rimasta incinta. Non volevo parlarne con mia madre, così andai a casa di una vicina, Vanessa, che fa la dottoressa. La conoscevo solo di vista, dato che ci incrociavamo, a volte, sulle scale del palazzo. Si trattava di una donna molto affascinante che sprizzava sensualità da tutti i pori. Ad ogni modo, lei mi disse di presentarmi nella sua clinica il giorno seguente per un controllo. Più che una visita medica, diventò una visita erotica. Vanessa era una tipa curiosa, mi chiese del fidanzato, di come lo avevamo fatto. Probabilmente, con qualcun altro non mi sarei confidata ma il suo charme mi avvolse totalmente. Mi ritrovai presto le sue mani addosso, nelle zone intime ma ciò poteva confondersi con un test medico. I dubbi vennero fugati poco dopo, quando mi baciò ed io corrisposi il bacio. Disse che non portava le mutandine sotto il vestito e infatti era vero. Con disinvoltura mi spinse la testa in giù in modo che mi abbassassi per leccargliela. Non l'avevo mai fatto ad un ragazzo, figuriamoci ad una donna! Ma l'atmosfera era troppo eccitante ed io acconsentì alla richiesta trasgressiva. Come si suol dire, l'appetito vien mangiando, trovai la pratica piacevole e continuai a leccargliela. Poi lo fece lei a me, a pecorina, e mi leccò pure il buco del culo. Intanto, parlavamo del mio ragazzo. Le raccontai del legame morboso che Marco teneva con gli amici, soprattutto con un tipo di nome Matteo. Vanessa mi fece notare che tra loro poteva esserci più di una semplice amicizia. Lo trovavo difficile da comprendere perchè non riuscivo a concepire il mio ragazzo coinvolto intimamente con un maschio. Ma Vanessa insisteva, diceva che io avrei potuto rappresentare l'ago della bilancia in modo che i ragazzi finissero uno tra le braccia dell'altro. Tutto ciò sarebbe convenuto anche a lei, dal momento che, togliendo di mezzo Marco, sarei diventata totalmente sua. Infondo, non ero poi così innamorata di Marco per cui presi piuttosto sul serio le parole e le indicazioni della dottoressa. Nel frattempo, io e lei finimmo in uno stupendo 69, completamente nude, dove lei stava sopra ed io sotto. Consumammo le lingue a furia di leccare. Ad un certo punto, posai le mani sul suo splendido e poderoso culo, allargai bene le natiche e leccai senza sosta fino a sentirla arrivare. A me mancava ancora un pò: ci pensò lei, dopo il 69, frugandomi con le dita, durante un bacio, a farmi venire. In seguito, Marco mi contattò telefonicamente. Lo rassicurai sulla questione della gravidanza, affermando di non essere rimasta incinta. Dopo di ciò, mi disse di aver raccontato all'amico della scopata senza preservativo e che, sentendo i dettagli, Matteo si era eccitato parecchio mentre stavano da soli in auto. A quel punto, realizzai che la dottoressa aveva colto nel segno. Misi Marco a proprio agio, mostrandomi un'amica complice, più che una fidanzata possessiva. Quando mi spiegò di quanto fosse legato all'amico, e che si sarebbero rivisti, mi mostrai accondiscendente, non gelosa. Nel momento in cui Marco mi chiese come si sarebbe dovuo comportare, in caso di nuova eccitazione da parte dell'amico, entrai dritta a gamba tesa e risposi che avrebbe potuto calmarlo tranquillamente con un pompino. Confessò di averci già pensato ma, evidentemente, si creava problemi nei miei confronti. Con il benestare della sottoscritta, non ebbe più dubbi. Marco e Matteo portarono la loro amicizia ad un nuovo livello ed io, ormai, vado a trovare la dottoressa direttamente a casa sua, senza passare per la clinica.
martedì 2 dicembre 2025
Infornando la cameriera matura
Mi chiamo Mario. Quando mia madre assunse Carmela come cameriera, pensai subito che fosse una gran bella gnocca. Metteva sempre tacchi, gonna, calze e vederla girare per casa mi faceva decisamente arrapare. Ma non ebbi mai il coraggio di provarci, anche perchè mia madre stava sempre nei paraggi. Un giorno, però, mia madre dovette uscire per una commissione urgente ed io rimasi da solo in casa con Carmela. Non sapeva bene cosa dovesse pulire quel giorno, io preferì invitarla a sedersi vicino a me sul divano. Nacque, d'improvviso, una confidenza che non c'era mai stata prima. Mi parlò del suo compagno che andava con le donne più giovani. Si vedeva che si sentiva trascurata. Inoltre, si tolse il reggiseno da sotto alla maglia, affermando di avere caldo. Mi mostrò pure tutti i reggiseni che si portava dietro. Io cercai di tranquillizzarla, di farla sentire a proprio agio ed, in effetti, funzionò dato che mi mostrò le sue tettone e io mi ci fiondai sopra a succhiarle. Mi tolsi i pantaloni e la invogliai ad agire oralmente. Lei mi leccò la cappella, poi spompinò magistralmente, prima che io la mettessi a pecora per scoparla. Andai proprio in estasi ad entrare in quella fica calda vogliosa e disponibile. Si mise a cavalcioni su di me e io ne approfittai per rigirarglielo pure un pò dentro al culo. Poi, la sfondai a missionaria e di fianco per tantissimo tempo e percepì il suo orgasmo. Stavo per esplodere: le piazzai il pene tra le tettone infarcendole di crema calda. Lei se lo mise in bocca e succhiò in modo che fuoriuscisse fino all'ultima goccia di sborra. Mentre mi stavo rilassando, e lei si spalmava la "crema" sui seni, arrivò a sorpresa mia madre che, vedendo la scena, la insultò senza pietà. Cercai di difendere Carmela ma non ci fu nulla da fare poichè mia madre la licenziò in tronco. Peccato, ma quella scopata la ricorderò a lungo.
lunedì 1 dicembre 2025
Pratiche d'ufficio roventi con la collega
Mi chiamo Alfredo. In Ufficio ero solito visionare materiale per adulti. Un giorno, la mia bellissima collega, di nome Giuliana, scoprì i video porno sul portatile e si arrabbiò. Pensai di aver fatto una figura di merda colossale e che, come minimo, non mi avrebbe più rivolto la parola. Invece, piano piano, riuscì ad entrare in confidenza con lei più di quanto sperassi. Mi resi conto che Giuliana era vogliosa almeno quanto me. In realtà le propose di guardare quella roba insieme ma lei, dopo un pò, si annoiò e preferì passare alla pratica. Mi leccò la cappella ed io, per pronta risposta, le slinguazzai il buco del culo mentre rovistavo con le dita nella fregna. Mai e poi mai avrei immaginato di potermi fottere una donna così bella in tutte le posizioni e di poterla innaffiare perbene in bocca e sul seno. Ma gli imprevisti sono sempre nell'aria. All'improvviso arrivò il Capo che, teoricamente, non sarebbe dovuto rientrare in ufficio. L'uomo sgridò entrambi e si sorprese soprattutto del comportamento di Giuliana, che considerava una segretaria seria e diligente. Probabilmente, il direttore avrebbe licenziato entrambi per atti osceni sul posto di lavoro ma, fortunatamente, Giuliana trovò il modo di farlo ragionare propinandogli una bella sega che portò l'uomo ad eiaculare copiosamente e a calmarsi.
Viaggio di lavoro insidioso
Direzione cuckold
Mi chiamo Maria Laura. Credevo nella relazione univoca, ossia di doverla concedere solo a Simone, il mio ragazzo. Solo che lui, dopo alcuni mesi che ci frequentavamo, cominciò ad instillare nella mia testa delle idee particolari. Sembrava che, diversamente dai partner delle mie amiche, non fosse geloso degli altri uomini che mi mi prestavano attenzioni, sguardi, etc... ma che, piuttosto, provasse un grande piacere a riguardo. Pensai che le sue fossero soltanto fantasie, come, bene o male, quasi tutti abbiamo. E invece no! L'occasione per trasgredire la fece capitare quando mi condusse, a sorpresa, a casa del suo amico. Di solito guardavano insieme le partite ma non mi portava mai da lui. Cominciammo a giocare a carte dopo aver bevuto qualcosa insieme. Capì subito che Walter era un porco. Sfortunatamente (oppure no, dipende dai punti di vista!) persi e Walter insistette affinchè mi spogliassi per "pagare pegno", come si suol dire. Mi aspettavo una reazione di Simone ma non ci fu, o meglio, si rivelò tutta a favore dell'amico. Mi ritrovai nuda, solo con i tacchi, con Walter che mi baciava il culo da dietro. Ero imbarazzatissima ma, vedendo che il mio ragazzo non si opponeva, non manifestava alcuna forma di gelosia, ci presi gusto e mi lasciai trascinare nella trasgressione. Walter era sfacciato: mi pose il suo cazzo davanti al viso, invitandomi a leccare la cappella ed io, con qualche perplessità, lo accontentai. Ormai ero calda ed il mio lato da troia, sommerso fino a quel giorno, venne fuori di colpo. Mi lasciai penetrare a pecorina dal cazzone duro di Walter, che, tra l'altro, era pure un bel ragazzo prestante. Dopo, saltai sopra di lui a cavalcioni e proseguimmo il "valzer". Simone non stava più nei panni, notai il suo cazzo duro e gocciolante nel jeans. La chiavata proseguì a missionaria, dove Walter, dopo avermi sfondata un altro pò, eiaculò direttamente nella mia bocca. Accolsi e gustai il suo seme. Mi sentì davvero una porca ma, se a Simone andava bene così, infondo poteva andar bene pure a me. Si sa che l'appetito vien mangiando. Mi presentò altri amici e conoscenti ed io feci incetta di fava. Ormai non scopavamo nemmeno più tra di noi, godeva solo a vedermi con altri. Bhè, di tanto in tanto, gli propino qualche succulento pompino, mentre parliamo dei ragazzi che mi hanno scopata.



















