Mi chiamo Mauro. Mi è sempre piaciuta mia madre Monica. E' una bella donna mora dal bel viso e bel corpo. L'unico suo punto debole è il seno che è appena accennato ma per me non è mai stato un problema. Tra di noi ci sono una ventina di anni di differenza. Con mio padre non andava d'accordo e, dopo alcuni anni di matrimonio turbolento, i due si separarono. Dato lo stretto legame di parentela, quelle nei suoi confronti rimasero a lungo solo fantasie. Ma, ad un certo punto, guidato dall'ossessione incontenibile, decisi di passare all'azione. Decisi di conquistarla come se si trattasse di qualsiasi altra donna o ragazza. Iniziai a martellarla di messaggi con cuoricini sul cellulare, mentre stava a lavoro. Eh si, perchè lei ricopriva questo incarico presso lo studio di un signore anziano di nome Carlo. Quell'uomo buffo e un pò viscido era totalmente inadeguato a stare accanto a mia madre. Quest'ultima, da brava troia, per tenerselo buono e garantirsi lo stipendio, gli riservava spogliarelli e seghe. Tanto a quel tipo bastava poco per arrivare. Un giorno, mi recai al suo ufficio e mostrai un atteggiamento indisponente, provocatorio. Insomma, mosso dalla gelosia, non risparmiai offese a quell'uomo che, giustamente, mi pregò di ritornare a toni più educati. Monica cercò di stemperare la situazione asserendo che io stessi solo scherzando. Alla fine, quel tizio si allontanò ed io, finalmente, restai da solo con mia madre. Monica mi redarguì per le parole usate nei confronti del direttore, poi chiese spiegazioni sui continui messaggi che le inviavo sul cellulare specificando che, certe attenzioni, dovevo riservarle alle ragazze. Le risposi di non aver in mente altre al di fuori di lei e mi si gonfiò il pacco. Monica se ne accorse e so bene che non è immune al fascino di un bel randello. Dopo averlo estratto dal pantalone, finì per chinarsi e prenderlo splendidamente in bocca. Il mio sogno proibito si stava realizzando e mia madre, assetata di fava come tante donne, lo prendeva tutto in bocca. Io ero già nudo, poi cominciai a spogliare lei, ad accarezzarla. Continuò a ciucciarlo, mentre allungai una mano sul suo clitoride. In men che non si dica, fui dentro di lei a candela. Glielo sparai tutto nella patata. Ho un palo notevole che sfonderebbe le verginelle ma lei, da donna navigata e allargata, accolse l'asta nella spacca larga. La montai a candela in entrambi i versi, sia col suo viso rivolto verso me, sia al contrario: un'impalata coi fiocchi destinata però a proseguire egregiamente. Non poteva certo mancare la trapanata a pecorina e poi di fianco sulla scrivania di lavoro con qualche pausa prima di riprendere la trombata a missionaria. Lei veniva in continuazione ed io, ad un tratto, mi sentì il cazzo esplodere. L'ultima sbocchinata furiosa, mi portò ad un orgasmo divino in cui le scaricai un torrente di sperma nella bocca. Lei lo bevve tutto, lo gustò da gran troia. Proprio in quel frangente, mentre stavo finendo beatamente di eiaculare, sopraggiunse il povero Carlo che, preso dai nervi, e schifato per aver assistito ad una scena incestuosa del genere, che mai si sarebbe lontanamente sognato di vedere, minacciò il licenziamento e si allontanò sbraitando. Bhè, per fortuna Monica ha messo da parte, negli anni, un certo gruzzolo che le può consentire di restare "in vacanza" per un bel pò di tempo. Meglio così! Dal momento che abbiamo rotto il ghiaccio, a casa posso pomparla in santa pace, quando mi pare e piace, in totale comodità, tra le lenzuola o in qualsiasi altro posto dell'abitazione.
Supersex #159
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*SUPERSEX #159*: *SUPERSEX E IL CARICO DI COCAINA *(14 FEBBRAIO 1985) ₤
5.000, 100 pagg.
*♚ Gabriel Pontello*
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2 ore fa










































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