giovedì 12 giugno 2025

Avvocato pagato in natura

Sono Lucia. Non sono una santa e meritai di finire in cella. Ma la libertà è il bene più prezioso ed è odioso stare dietro le sbarre. Non avevo abbastanza soldi per l'avvocato Biondi che mi stava per mollare e così decisi di pagarlo in natura per assicurarmi che facesse tutto il possibile per tirarmi fuori da lì. Era un vecchio ma non mi importava, volevo solo raggiungere lo scopo. Quando cominciai a succhiarglielo non credette ai suoi occhi, andò proprio in estasi. Del resto sono una valida pompinara. Mi dette anche lui una leccatina di fica. Dopo di ciò, cominciammo a fottere lì, stesso dentro la cella, di notte. Mi misi a cavalacioni su di lui, poi pure a pecorina, a missionaria. Venni e lui stava per esplodere. Giusto il tempo di una rifinitura leccando la cappella per ricevere la sborra calda in bocca e sulle tette. Proprio in quel frangente, la poliziotta di guarda ci vide. Notai la sua eccitazione e anche il fatto che osservava più me che lui. Dovevo zittirla, non volevo che raccontasse certi particolari, così la convinsi ad andare nel suo ufficio e le detti una bella ripassata, prima con un fallo nel culo e poi con una slinguazzata di passera. Ritornai in cella, come se nulla fosse accaduto. Poco tempo dopo, uscì fuori grazie agli intrallazzi dell'avvocato. Ho promesso di far visita alla sbirra lesbica e manterrò la parola.   























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