giovedì 3 gennaio 2019

La vedova consolabile

Mi chiamo Valerio. Giacomo era il mio migliore amico, purtroppo perì improvvisamente a causa di un brutto incidente d'auto. La sua donna, Martina, è proprio un gran pezzo di femmina. Mi è sempre piaciuta, lo ammetto. Inoltre lei alimentava le mie fantasie erotiche dato che è nata per provocare. Incurante perfino della gelosia di Giacomo, sfoggiava sempre look provocanti. Ricevere gli sguardi interessati degli uomini era per lei una botta di vita, come forse per la maggior parte delle donne sexy, sempre in cerca di conferme. Martina è stata sempre un bocconcino prelibato ma mi sono sempre trattenuto dal provarci con lei per via dell'amicizia storica con il buon vecchio Giacomo, pace all'anima sua. Ma a volte la vita ti indica qualcosa, ti dà dei segnali che è difficile ignorare. Era trascorso un mesetto circa dai funerali quando all'improvviso me la ritrovai seduta sullo sgabello di una birreria con un look altamente seducente: indossava una gonna nera corta che lasciava tranquillamente vedere le balze delle autoreggenti e, come se non bastava, calzava delle scarpe rosse col tacco provocantissime da far rizzare il cazzo a chiunque. Compresi subito che il suo lutto era da intendersi di brevissima durata e che cercava chiaramente di essere corteggiata da un uomo. Conciata così sexy avrebbe di sicuro trovato qualcuno che se la sarebbe fatta senza troppi scrupoli. E allora pensai bene che magari potevo essere io il fortunato. Ma si, meglio il caro Valerio che un completo estraneo! Ad ogni modo la salutai, lei mi sorrise. Chiesi di potermi sedere al suo fianco offrendole da bere e Martina rispose di si. Le chiesi come stava, disse:"Così così, non al meglio, dopotutto eravamo insieme da un bel pò...". Da un lato era un pò triste ma dall'altro le leggevo palesemente in viso la voglia di far sesso. E allora le suggerì che doveva farsi forza, che la vita continua, insomma le solite cose che si dicono in queste circostanze. E poi iniziai ad accarezzarle le splendide cosce adornate dalle autoreggenti. Martina si sorprese un pò della mia audacia ma mi lasciò fare. Anzi, per la verità le allargò proprio le cosce ed io gliele baciai minuziosamente. In men che non si dica l'avevo bella e spogliata ed anch'io non avevo più i vestiti. Iniziai ad accarezzarle la figa infilando poi le dita dentro. Le piaceva ma mi ricordò che Giacomo era deceduto da poco. Non sapendo come convincerla a proseguire quel piacevolissimo approccio, mi venne fuori un'idea. Le dissi che Giacomo sarebbe stato contento che la sua donna fosse stata con il suo miglior amico. A quanto pare Martina restò affascinata da ciò e mi spompinò. Il cazzo era diventato ormai durissimo, pronto a cercare le sue carni intime. E cosi la ingroppai a candela, poi a missionaria, di lato e, dulcis in fundo, da dietro. La scopai praticamente in tutte le posizioni. Fu davvero delizioso quando se ne venne dolcemente a pecorina. Ma io ero ancora carico. E così ci pensò lei a farmi godere mostrandomi le sue doti eccelse di gran pompinara. Mi succhiò divinamente il cazzo, con assoluta dedizione, finchè le schizzai copiosamente in bocca. Lei accolse il nettare bollente gustandolo a fondo e in quel momento raggiunsi davvero l'apice del piacere toccando il cielo con un dito e compresi perfettamente quanto fosse splendidamente troia... I giorni seguenti mi disse che non se la sentiva di avere una nuova relazione ma l'importante è che, di tanto in tanto, si fà dare una bella bottarella da brava vedova consolabile...  Active Search Results
















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