lunedì 12 novembre 2018

Lui, lei e la cameriera

Caterina mi fece proprio un bel lavoretto, non c'è che dire. Avevo appena goduto quando sentì il rumore della porta di casa che si apriva. Mia moglie Carla era appena tornata dallo shopping. Non feci in tempo a nasconderle l'accaduto. Stavo col cazzo di fuori e Caterina mezza nuda con la mia sborra che le colava dalla bocca. Carla mi guardò con aria incazzata e sentenziò:"Bravo! Adesso te la fai con la cameriera! Cos'è con lei ti si drizza e con me no?". A quel punto le risposi per le rime:"Magari qualcun'altro già se la faceva da prima con la cameriera...". Carla capì che sapevo non parlò più per alcuni secondi. Poi, rivolgendosi alla Cat, disse:"Caterina per oggi và a casa, io e mio marito dobbiamo parlare". Carla, un pò perplessa, esclamò:...E così ti piace la cameriera". Risposi:"Perchè a te no?". Carla rispose:"Bhè, per forza, senza un vero uomo, qualcosa dovevo pur fare no?". Approfittai del mio momento personale di euforia per proporre:"Bhè, ma adesso sono rinato. Infondo dobbiamo un pò entrambi a lei questo ritrovato entusiasmo. Che ne diresti se lo facessimo in tre?". Carla mi guardò con gli occhi sgranati, poi rispose:"Questa poi! Ma sei proprio un maiale! Hai una bella moglie e non ti eccita, poi ti gasi con la cameriera e ora, udite udite, vuoi fartele tutte e due!". Cercai di stemperare i toni:"Ma vedi cara, alle volte i rapporti hanno bisogno di novità, di una ventata di aria fresca per rigenerarsi, capisci?". Carla mi guardò perplessa:"Certo che hai una bella faccia tosta! E naturalmente dovrei dirlo io a Caterina, immagino". Risposi:"Bhè, visto che siete così intime...". Carla sospirò, poi propose:"E va bene, proviamo così, ma con calma. Lasciamo passare qualche giorno, non vorrei che Caterina si considerasse usata". Passò più di qualche giorno, quasi un mese. Pensavo che ormai mia moglie avesse cambiato idea finchè, una sera, al ritorno dal lavoro, trovai entrambe le fanciulle in atteggiamento inequivocabile, disponibili a giocare, e lì pensai giustamente di aver vinto al lotto. Eh già, perchè questa è una delle fantasie sognate da molti uomini, quella di stare con due donne contemporaneamente. Mia moglie mi mise subito la lingua in bocca e, poco dopo, Caterina fece lo stesso. Poi Caterina ingoiò letteralmente il pene mentre mi baciavo con Carla. Sembrava davvero di stare in paradiso, chiunque avrebbe perso i sensi, ed io non feci certo eccezione. Quelle maiale lavoravano il pisello in tandem a meraviglia regalandomi briose sensazioni di assoluto piacere. Chiavai Caterina con foga, poi fu la volta di igroppare quella porcella di mia moglie mentre l'audace cameriera mi slinguazzava amorevolmente le palle. A furia di colpi di cazzo reiterati nella patata, la bella consorte raggiunse l'orgasmo. Ripresi a fottere Caterina a pecorina mentre mia moglie mi baciava il petto. Ormai incapace di resistere, preso dal godimento sfrenato, schizzai tutto ciò che avevo in corpo nella fregna accogliente della domestica che se ne venne a sua volta raggiungendo l'amplesso da gran troia. Tutto fantastico, direte voi, e invece no! Al momento fu indubbiamente una goduria pazzesca ma la sorpresa amara era dietro l'angolo. Non avevo ancora finito di assaporare del tutto quel divino amplesso quando mia moglie, gelida, sentenziò:"Bene, in realtà volevo farti un regalo ma d'addio! Spero ti sia piaciuto. Questo triangolo non cambia la sostanza delle cose e cioè che da solo con me non ti ecciti granchè e che ormai io e Caterina abbiamo una relazione amorosa saffica stabile da mesi. Inoltre sei poco presente a causa del lavoro, lei invece è una partner ideale, servizievole, sempre disponibile...". Bhè, dal momento che la padrona di casa è lei dovetti fare le valige e andarmene alla svelta. Di lì a breve sarebbe arrivata la richiesta di separazione. Che dire, mi sentì come Pirro, una vittoria bella ma quasi inutile. Pagai quel triangolo a caro prezzo. Sentendomi ferito e sconfitto entrai davvero in depressione e decisi così di contattare uno psicoterapeuta per uscire da quello stato di angoscia e sconforto in cui versavo. FINE TERZA PARTE. 
















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